mercoledì 24 gennaio 2018




Un rarissimo opuscoletto racconta l’impresa di Francesco Lucifero

di Massimo Tricamo

Navigando su internet alla ricerca di documenti d’archivio sull’Assedio di Milazzo del 1718/19, l’attenzione viene attirata da un opuscoletto sconosciuto intitolato Diverse notizie rimarcabili nella partenza che fecero le Truppe Cattoliche da Messina per Melazzo sotto li 8 Ottobre 1718 (Stamparia d’Antonino Gramignani, Palermo 1718).

A darne notizia è il sito della Libreria Antiquaria Perini di Verona, che completa la descrizione dell’opuscoletto - una placchetta in gergo bibliografico - con questa breve descrizione: «4 pagine in ottavo (210x140), veduta fantastica della città entro vignetta silografica al frontespizio e capolettera istoriato. Cartoncino decorato marmorizzato moderno. Rarissima placchetta, sconosciuta a tutte le bibliografie e non censita in alcuna biblioteca italiana ed estera».
 
 
 
 

Narra del viaggio lungo il litorale da Messina a Milazzo delle truppe spagnole, che l’8 ottobre 1718, conducendo otto pezzi di cannoni ed altri armamenti allo scopo di trincerarsi tra Porta Messina e S. Papino (dunque da Levante a Ponente), si scontrarono tra l’altro con alcune imbarcazioni nemiche (quattro galere napoletane ed un vascelletto britannico) presso Acqualadroni. Lo scontro fu fatale alle imbarcazioni, colpite dalle artiglierie spagnole che si stavano trasportando e costrette a capitolare navigando verso Reggio. Ebbe la peggio il vascelletto inglese: sconquassato, fu trainato fino alle coste calabre dalle quattro galere.

La placchetta menziona inoltre le barbarie che le truppe austriache e piemontesi usavano contro la gente di Milazzo. Spiccano le «tante violenze alle donne nelle chiese». Ed infine racconta un avvenimento alquanto singolare. Ha per protagonista Francesco Lucifero, verosimilmente il padre di Paolo Lucifero, primo barone di S. Nicolò, che in seconde nozze sposò Caterina Patti, acquisendo nel 1751 l’antica e panoramica Baronia dei Baeli, e che a Milazzo ricoprì l’incarico di “segreto”. Il padre del primo barone di S. Nicolò si chiamava infatti Francesco, fu amministratore cittadino (“giurato”) e sposò Antonia Catanzaro: è quanto si evince dall’albero genealogico di casa Lucifero, oggi di proprietà dell’omonima fondazione ed attualmente depositato in custodia presso il Museo Regionale di Messina.

La placchetta cita il Francesco Lucifero come «uomo commodissimo», facoltoso proprietario di Milazzo che diede la sua disponibilità a finanziare il reclutamento di ben 500 uomini al fine di potenziare le truppe piemontesi. L’impegno del Lucifero non si limitò allo sforzo finanziario. Curò in prima persona il reclutamento di «500 Milazesi in circa», che però - con non poca sorpresa - assoldò al servizio del nemico, ossia delle truppe di Filippo V. Ignari delle reali intenzioni dell’aristocratico milazzese, i militari piemontesi ed austriaci - intenti ad accogliere le truppe di rinforzo assoldate dallo stesso Lucifero - caddero in una vera e propria imboscata, che causò la morte di 600 di loro.

Fin qui il racconto della placchetta, che tuttavia lascia perplessi, facendo dubitare sull’attendibilità delle notizie in essa riportate. Di tale imboscata - peraltro con un numero esorbitante di vittime - non si ha infatti notizia nelle altre fonti coeve, tanto austro-piemontesi, quanto soprattutto spagnole, che - al contrario delle prime - non avrebbero avuto motivo di tacere un evento così sfavorevole per il nemico. Sembra piuttosto trattarsi di notizie infondate destinate alla mera propaganda, che oggi ricondurremmo piuttosto al calderone delle “fake news”. E forse è per questo che la placchetta (pubblicata a spese del Lucifero?) non trova riscontro in altri esemplari, oggi irreperibili in altri archivi privati e nelle biblioteche pubbliche sia italiane che estere. Probabilmente fu destinata al macero già nel 1718.

Unica copia sopravvissuta quella in possesso della Libreria Antiquaria Perini, che da Verona, rispondendo al nostro accorato appello, non ha esitato ad inviarci via mail - a titolo gratuito - la riproduzione ad alta risoluzione qui riproposta. Una cortese e generosa collaborazione quella dell’antiquario veronese, al quale lo scrivente e la Società Milazzese di Storia Patria indirizzano un sincero attestato di stima e riconoscenza.